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Dazi e strategie imprenditoriali – Una panoramica

DAZI

Nel contesto attuale, caratterizzato da instabilità geopolitica e tensioni commerciali internazionali, il tema dei dazi doganali assume un ruolo centrale per le imprese italiane che operano sui mercati esteri. 

La politica tariffaria adottata da diverse potenze economiche, come gli Stati Uniti e l’Unione Europea, influisce direttamente sulle strategie commerciali e industriali delle aziende, determinando la necessità di scelte operative e giuridiche mirate per contenere i costi e preservare la competitività.

I dazi da un punto di vista giuridico

Da un punto di vista giuridico, la principale normativa di riferimento è contenuta all’interno del Codice Doganale dell’Unione Europea e nelle norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), disciplinanti i regimi tariffari e i meccanismi di risoluzione delle controversie commerciali. 

Tuttavia, l’applicazione concreta di tali regole risente, fortemente, delle dinamiche politiche e delle scelte strategiche adottate dai singoli Stati. La giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e le decisioni dei Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) italiani hanno più volte chiarito, infatti, l’importanza di una corretta applicazione delle norme doganali, sottolineando come errori nella classificazione tariffaria o nelle procedure di sdoganamento possano comportare sanzioni significative per gli operatori economici. 

Le implicazioni per le aziende italiane

La recente esperienza ha mostrato, inoltre, come i dazi possano essere utilizzati non solo come strumenti di politica economica (strumento di regolazione del commercio), ma anche come leve strategiche di pressione politica (in alcuni casi delle vere e proprie armi di contrattazione internazionale) con effetti diretti sulle imprese e sui mercati. 

Nello specifico, qualora gli annunci della nuova Presidenza americana in politica commerciale dovessero (anche solo parzialmente) trovare effettiva applicazione, a partire dal 02/04/2025 le imprese italiane dovranno fronteggiare l’imposizione di elevati dazi su prodotti di eccellenza.

Le imprese maggiormente interessate, secondo le previsioni quelle appartenenti al settore del Food & Wine, saranno costrette a rivedere le proprie strategie di esportazione. 

Per far fronte agli effetti negativi dei dazi, sulla scia di quelle che hanno da tempo intrapreso la strada della localizzazione volta ad ottenere i vantaggi della prossimità ai mercati di approvvigionamento e di sbocco piuttosto che alla sede storica, molte imprese italiane stanno adottando, di conseguenza, strategie di delocalizzazione produttiva: stabiliscono sedi operative nei paesi di destinazione delle proprie merci per evitare l’imposizione di tariffe aggiuntive. 

È il caso di aziende come Roncadin, Santa Margherita e Bauli che hanno scelto una di investire nella crescita dimensionale negli Stati Uniti per mantenere la competitività sul mercato locale. 

A causa delle politiche dei dazi doganali il “made in Italy” si trasforma e diventa “made by italians”: dalle esportazioni all’investimento diretto estero.

Compliance aziendale e regolamentazioni

Questo approccio, tuttavia, solleva questioni giuridiche rilevanti, tra cui la gestione degli investimenti diretti esteri, la conformità alle normative locali in materia fiscale e del lavoro, e le implicazioni in termini di diritto societario e contrattuale. 

Un altro aspetto cruciale è la gestione del personale espatriato. Le aziende che decidono di investire all’estero devono affrontare problematiche legate all’adattamento culturale dei dipendenti, alla differente regolamentazione in materia previdenziale e fiscale, nonché ai costi derivanti dal trasferimento e dal rientro del personale. La normativa italiana ed europea offre strumenti di tutela per i lavoratori impiegati all’estero, ma le imprese devono prestare particolare attenzione alla pianificazione contrattuale e alla gestione delle risorse umane per evitare contenziosi e inefficienze operative. Una possibile soluzione, seppur di non semplice e rapida attuazione, potrebbe essere quella di reclutare i giovani italiani già espatriati. 

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In ogni caso, al di là della pratica risoluzione delle varie problematiche emerse, si ritiene imprescindibile un’adeguata pianificazione giuridica, supportata da una consulenza specializzata. In particolare, i legali di Open Impresa, fornendo consulenza in ambito di compliance integrata, aiutano imprenditori ed imprese a ridurre i rischi e i costi derivanti dalle barriere tariffarie, trasformando le sfide imposte dalla politica economica globale in opportunità di crescita e consolidamento sui mercati internazionali.

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